Uno dei pensieri più frequenti che incontro nel lavoro con gli italiani all’estero è questo!
A volte si presenta come una domanda leggera, quasi una fantasia. Altre volte come un’ossessione, un vero e proprio bivio.
Restare o tornare non è solo una scelta logistica, lavorativa o economica: è una decisione carica di significati profondi.
Tornare può sembrare un ritorno a sé, alle radici, a un senso di familiarità. Ma può anche portare con sé la sensazione di fallimento, come se ammettere la fatica all’estero fosse una sconfitta.
Restare, d’altra parte, è spesso una sfida costante: alla solitudine, alle differenze culturali, alla distanza emotiva.
Questa ambivalenza è normale. Non esiste una risposta giusta per tutti. Ma esiste la possibilità di esplorare questa domanda con onestà, senza giudizio, con uno spazio in cui le emozioni — anche le più contraddittorie — possano essere accolte e comprese.
La terapia, in questi momenti, può offrire proprio questo: uno spazio di chiarezza, in cui la scelta diventa meno una fuga o un dovere, e più un atto di consapevolezza verso ciò che ti fa stare bene, davvero.
Dott.ssa Jessica Lamanna 20.07.2025
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